Articolo di Daniela Melone
Fotografia Ufficiale di Massimo Rinaldi
Dai dialetti dell’Africa al fiammingo, dal croato al giapponese passando per l’ucraino e lo spagnolo. Si respira un’atmosfera davvero cosmopolita in città, grazie alla presenza degli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ospiti del convegno internazionale “La famiglia: nucleo da preservare” organizzato dalla Diocesi di Rieti insieme all’Associazione “Scoprendo l’Italia” nel salone papale del Vescovado di Rieti alla vigilia dell’VIII incontro mondiale delle famiglie in programma a Philadelphia. Incontri che lasciano il segno, come quello con Luigi Pilloni, gentiluomo di Sua Santità, che racconta di aver conosciuto ben sette papi, occupandosi delle visite di stato e dei ricevimenti delle personalità in Vaticano. Gli ospiti rimarranno fino a domani a Rieti e dintorni, alla scoperta di un territorio che difficilmente dimenticheranno e che hanno dimostrato di apprezzare fin dalle prime visite a Fara in Sabina, e all’Abbazia di Farfa.
Rimangono affascinati dalla bellezza del salone papale del Vescovado di Rieti, che accoglie il convegno promosso Rieti alla vigilia dell’VIII incontro mondiale delle famiglie in programma a Philadelphia.
“La famiglia non si presta ne a romanticismi né a ideologie, ma va vissuta nella sua esperienza concreta”. Non usa giri di parole il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili nella sua relazione. Offre poi tre punti utili a ritessere il familiare, reagendo al declino individualista.
“Bisogna vivere la famiglia nel concreto. Non si difende la famiglia a forza di slogan o di campagne. La realtà della famiglia è sempre imperfetta ed anzi proprio questa sua inadeguatezza spinge ciascuno a dare il meglio di sé. E’ utile poi vivere la famiglia non come un nido ma come un nodo. Praticare l’ospitalità è una maniera possibile per superare quell’autoreferenzialità che spegne la generosità e la fecondità della famiglia. Ciò significa che si dà una stretta correlazione tra famiglia e società in tutte e due le direzioni. L’una sta in piedi se l’altra vive. L’una crolla se l’altra deperisce. La famiglia deve essere poi vissuta come una comunità che narra. C’è bisogno di passare dal contare al raccontare. Si vive per davvero solo se si riesce a passare il testimone a qualcun altro, immettendo una speranza capace di risvegliare dall’apatia in cui giovani e gli adulti sembrano essere precipitati”. “Rieti fa parte di quell’Italia nascosta che presenta valori autentici dei quali la famiglia fa parte a pieno titolo” ha detto il sindaco di Rieti Simone Petrangeli salutando gli intervenuti all’importante convegno utile anche a far conoscere la città. “La famiglia – ha aggiunto – deve tornare ad essere la pietra angolare della società e quelli che hanno responsabilità pubbliche si debbono porre questo tema, per offrire ai nostri giovani strumenti utili a costruire una propria famiglia”. L’incontro è stato moderato da Piergiorgio Giacovazzo giornalista del TG2. “Abbiamo il dovere di dare sollievo ai milioni di persone che in Italia vivono sotto la soglia di indigenza – ha detto nel suo intervento Raffaele Bonanni, ex segretario Cisl e presidente di Italia Più – alle donne in particolare, vanno rivolte politiche utili a conciliare lavoro e famiglia ecco allora il part time, gli asili nido, la banda larga e il tele lavoro…”. Luigi Ciampoli, ex procuratore generale di Roma, ha parlato di famiglia come nucleo centrale di una società di diritto partendo dall’etimologia del termine. “Nessuna parola – ha commentato – ha avuto una inflazione così grande come famiglia. Il riconoscimento di un diritto è per definizione stessa il riconoscimento dei propri doveri. Non si può affermare un diritto se non si afferma la contestuale esistenza di un dovere”. Poi la parola a don Aldo Buonaiuto, volto noto della Comunità Papa Giovanni XXIII dove ha raccolto il testimone di don Oreste Benzi. “La famiglia – ha detto – è il motore della vita, ed è insopportabile vedere le tanti deformazioni del suo principio unico e profondo, maschio e femmina Dio li creò. Abbiamo perso la bussola, l’uomo è diventato strafottente e nel suo delirio di onnipotenza non guarda più il Cielo. I social network ci rendono soli anche quando siamo in compagnia, c’è una profonda crisi dei ragazzi, anche dal punto di vista affettivo e sessuale. La famiglia è distrutta dalla piaga dell’aborto, ci sono poi gli anziani, rinchiusi in carceri dorati, gli ospizi, dove sembra che non manchi niente, ma manca la cosa più importante, l’affetto. Nella famiglia si condivide direttamente la vita perché l’altro mi appartiene – ha aggiunto poi facendo riferimento a quella che ha definito la vergogna della vergogna – Come può essere un buon padre chi va a comprare il corpo di una ragazza che potrebbe avere l’età di sua figlia. I nostri giovani hanno bisogno di testimoni veri, e la famiglia pensata da Gesù è fondata sulla misericordia, sulla riconciliazione, per scommettere e ripartire sempre insieme. La mia proposta è di rafforzare ancor di più il percorso di preparazione verso il matrimonio”.
Al termine del convegno gli ospiti si sono ritrovati per una cena alla presenza anche di istituzioni del territorio e rappresentanti del mondo dell’impresa provenienti da ogni parte d’Europa. La società Zerodotfour si è occupata dell’organizzazione dell’evento, realizzato grazie a numerosi sponsor che hanno permesso agli ambasciatori di vivere la tre giorni reatina. Oggi per loro la visita ai santuari di Greccio e Poggio Bustone, Labro e il castello Nobili Vitelleschi prima di tornare a Rieti per una santa messa officiata dal vescovo Pompili.
Domani la giornata sarà interamente dedicata alle bellezze di Rieti, spazio alla Cattedrale, a piazza San Rufo, al teatro Flavio Vespasiano, alla Rieti Sotterranea, ai musei civico e archeologico. Prima della partenza per Roma ci sarà anche il tempo per un comico e per gustare le prelibatezze del nostro territorio presso lo show-room LA MAISON 57 di Palazzo Vecchiarelli.